Telefono

331 222 8024

Email

[email protected]

Orari di apertura

Lun/Ven: 15-23

La nevralgia del nervo trigemino rappresenta una condizione debilitante. Il dolore può interessare una o più delle tre branche del nervo. Spesso viene descritto come intermittente, severo senso di elettricità che può essere scatenato da varie condizioni (basta l’aria calda o fredda, mangiare, bere o toccare) o nascere spontaneamente. Nella nevralgia essenziale del trigemino non risultano nella storia del paziente interventi neurochirurgici o traumi facciali gravi. Di solito il Tegretol (cambamazepina) e il Tolep (oxcarbamazepina) riescono a controllare il dolore, mentre i più usati antidolorifici risultano inefficaci.

I trattamenti delle forme resistenti

Esistono due principali trattamenti della nevralgia trigeminale refrattaria ai farmaci: la decompressione microvascolare e la radiofrequenza trigeminale. Mentre la prima necessita di un stato di salute buono e prevede la craniotomia, la radiofrequenza del trigemino è minimamente invasiva. Di solito viene eseguita in ricovero giornaliero (day-surgery) e lo scopo è quello di “stordire” le radici dolenti del nervo.

Con la radiofrequenza cerchiamo di interrompere la propagazione dello stimolo doloroso lungo il nervo. Quando correttamente eseguita è efficace in più del 95% dei casi e la sua durata solitamente è di diversi anni. Non di rado capitano pazienti che nel frattempo guariscono da questa malattia. La durata del beneficio in questi casi è eterna. Ideale per la nevralgia trigeminale associata a sclerosi multipla, viene applicata anche a chi non vuole o non può affrontare la craniotomia o nel dolore che si ripresenta dopo altri trattamenti.

Come si esegue la rizotomia con radiofrequenza

Prima della procedura si studia l’anatomia del paziente con una TAC e una radiografia del cranio. Viene indotta una sedazione profonda o una breve narcosi del paziente. Solo dopo si effettua una minima incisione sulla guancia e la sonda della radiofrequenza si avanza fino al forame ovale. La stimolazione attraverso la sonda ci permette di accertare il coretto posizionamento sulle diramazioni più dolorose. Ottenuta questa conferma si procede con il paziente profondamente addormentato alla lesione parziale delle branche del trigemino. Lo scopo è quello di ottenere un’area di ridotta sensibilità bloccando in questo modo anche il dolore.

I rischi di questa procedura sono l’eccessiva anestetizzazione del volto, l’incompleto controllo del dolore del trigemino e l’ematoma che si riassorbe nel giro di qualche giorno o settimana. Complicanze più gravi sono rare. La procedura è ripetibile quando necessario.

neuromod

Dr Evangelos Panagiotakos: Medico Chirurgo, Specialista in Anestesia, Rianimazione e Terapia del Dolore.
Esperto in Terapia Interventistica del Dolore.

Articoli consigliati