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Indicazioni

Emicrania che non risponde ai trattamenti farmacologici. I pazienti che trattiamo di solito hanno storie lunghe di sofferenza. Sono in genere seguiti presso centri cefalea con qualche iniziale beneficio, ma si trovano  attualmente in condizioni di grave difficoltà. Più crisi al mese, più giorni di astensione dal lavoro e dalla vita sociale. 

  • Emicrania o cefalea
  • Cefalea a grappolo
  • Dolore facciale atipico
  • Nevralgia post-erpetica (fuoco di Sant’Antonio)
  • Distrofia Simpatica Riflessa
  • Dolore articolare temporo-mandibollare
  • Sindrome regionale complessa (CPRS) nota anche come algodistrofia
  • Dolore da tumore del collo e testa

Test infiltrativo

Il percorso del paziente inizia con una attenta valutazione ed anamnesi. Viene esaminata tutta la documentazione precedente. E’ importante avere a disposizione una risonanza magnetica cerebrale al fine di escludere cause misconosciute dell’emicrania. 

In occasione della prima visita si esegue una prova infiltrativa del ganglio sfenopalatino. Si tratta di una prova semplice se fatta da mani esperte. Una piccola quantità di anestetico locale viene applicata nella parte posteriore della faringe, come mostrato nella figura che segue. Una morbida cannula, nessun ago, ci permette di raggiungere il punto giusto. Dietro a quel punto della mucosa si trova il ganglio che ci interessa. Nel giro di due minuti, se il ganglio influisce sulla nascita o mantenimento dell’emicrania, il paziente avverte un importante beneficio. La differenza è palese per il paziente, non si tratta solo di un lieve miglioramento. 

E’ importante, per questo motivo, eseguire il test quando l’emicrania è presente, in forma grave o lieve. In caso di dubbio per il paziente, il test viene ripetuto con un anestetico locale diverso. E’ importante per noi che il paziente sia convinto della cura proposta, del beneficio prospettato. In medicina non è permesso garantire il risultato di una procedura. Affrontare un percorso con la ragionevole certezza di un beneficio, è il massimo che possiamo offrire. 

Radiofrequenza

Dopo aver spiegato bene la procedura al paziente, si può programmare la radiofrequenza. La procedura si esegue in anestesia locale e una lieve sedazione. Non si tratta di una procedura lesiva per i nervi. Utilizziamo la cannula più sottile in commercio, prodotta con eccellenti materiali dalla più importante azienda di radiofrequenza al mondo. 

Il posizionamento dell’ago avviene in pochi minuti, sotto il controllo radiologico. Una stimolazione lieve ci permette di essere certi della corretta posizione. Viene riprodotto un lieve gonfiore o un formicolio che ci comunica il paziente. Successivamente, inizia l’applicazione della radiofrequenza pulsata, non lesiva, a 42°C per 15 minuti. 

Il beneficio

Di norma il beneficio è graduale, si isntaura nel corso di 4 settimane. Il paziente si rende conto che le crisi di dolore sono più distanziate e solitamente più lievi e più brevi. Nella nostra esperienza clinica, eseguendo tutte le fasi del test e del trattamento descritte, il beneficio è pressochè costante.

Trattandosi di una tecnica innovativa non possiamo esprimerci sulla durata del beneficio. In letteratura, negli studi esaminati, era ancora presente due anni dopo la radiofrequenza nella maggioranza dei pazienti. Nella nostra pratica clinica, abbiamo introdotto questa procedura a gennaio 2023. A distanza di un anno non è ancora stato necessario ripetere la procedura, su nessun paziente. 

Da sapere inoltre:

La procedura è sicura, sono rare le complicanze. Come in ogni circostanza della vita, è meglio affidarsi a professionisti. Il Dott Panagiotakos esegue più di 300 interventi all’anno ed ha trattato complessivamente nella sua carriera più di 10000 nervi con la radiofrequenza. Questo numero di procedure rende necessaria la competenza e la preparazione per evitare ogni minima complicanza e garantire sempre il miglior risultato.

In questa procedura abbiamo notato come frequente nella nostra esperienza l’alterazione della sensibilità della metà del palato superiore, dal lato trattato. Non trattandosi di una procedura lesiva, questa strana sensazione si allevia nei mesi successivi. E’ tuttavia importante sapere che può presentarsi. 

Con la tecnica utilizzata, le altre complicanze riportate in letteratura che comprendono ematomi, puntura della parte posteriore dell’occhio e infezioni, non sono mai accaduti nella nostra pratica clinica. 

BIBLIOGRAFIA:

neuromod

Dr Evangelos Panagiotakos: Medico Chirurgo, Specialista in Anestesia, Rianimazione e Terapia del Dolore.
Esperto in Terapia Interventistica del Dolore.

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