Spesso l’artroscopia della spalla o la litotrissia (rottura e rimozione delle calcificazioni) possono risultare inefficaci o non essere indicate nello specifico paziente. Succede così, ad esempio, nella spalla “congelata”: la spalla con grave limitazione dei movimenti. In questi casi la neuromodulazione con la radiofrequenza di un piccolo nervo, il nervo sovrascapolare, può essere opportuna. Durante la visita il blocco sotto guida ecografica del nervo sovrscapolare pone l’indicazione alla neuromodulazione. Il blocco anestetico del nervo menzionato dovrebbe portare ad un immediato beneficio del paziente. Si procede in questi casi, in un secondo momento, con la neuromodulazione del nervo.
La neuromodulazione non porta alla lesione definitiva di questo nervo, ma an un suo “stordimento” che può durare 9-12 mesi o per sempre se la patologia dolorosa nel frattempo regredisce. In qualche caso decidiamo di procedere con la lesione definitiva di questo nervo, applicando la radiofrequenza continua ad alte temperature al posto della neuromodulazione. Il nervo sovrascapolare in parte è motorio, quindi la sua lesione porta ad una limitazione dell’apertura della spalla oltre i 90°. Ma quest’apertura i pazienti anziani non la raggiungono comunque da decenni, ed è proprio in questi casi che optiamo per la neurolisi e non per la neuromodulazione con radiofrequenza.
Il paziente non prova alcun dolore durante la procedura, tanto per la neuromodulazione quanto per la neurolisi del nervo sovrascapolare. Tutto viene eseguito in anestesia locale e la dimissione è immediata dopo aver controllato il buono stato di salute del paziente.
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